Dimmi, come stai? Senti caldo… o forse freddo? Aspetta, ti metto a posto il cuscino. Va meglio?
Ecco, finalmente sorridi. Bastava mettere meglio il cuscino… Lo sapevo che con te non è tempo perso. Non lo è mai stato, tanto meno potrebbe esserlo ora.
Ieri ho avuto l’interrogazione di Letteratura, dovevo preparare Dante. Ho portato Paolo e Francesca. Una storia ingiusta perché loro si amavano, avrebbero dovuto vivere a lungo e insieme. Non è forse vero che l’amore vince sopra ogni cosa?
L’amore vince sulla morte, dicono. Ecco perché sei ancora qui, perché non puoi lasciarmi. Ci sei ma non sei. Il tuo corpo è qui, ma tu sei dentro a una vita che ignoro.
Da quando il tuo cuore ha smesso di battere e i medici hanno dovuto lottare per riuscire a rianimarti. Io pregavo Dio, quel Dio che non conosco e che evidentemente non conosce me. Quel Dio beffardo che ha fatto le cose a metà, restituendomi il tuo involucro ma non la tua anima e la tua mente.
Dolce bellissima farfalla chiusa nel suo bozzolo, uscirai mai a nuova vita in primavera?
Il tuo sorriso mi dà conforto anche se i medici si ostinano a spiegarmi che si tratta di un riflesso involontario, che tu non tornerai più. Ma che ne sanno i medici dell’amore?
Ti stringo forte la mano fra le mie, tu mi guardi come se in realtà non mi vedessi. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.