Scrivo per diventare una persona migliore.
Da sempre il mio obiettivo segreto è di migliorarmi continuamente.
La mia debolezza è che non riesco a sostenere sforzi a lungo. Ho dei boati di energia, mi alzo al mattino pronta a spostare i mobili di mezza casa, e li sposto. Mi fisso obiettivi a breve, medio e lungo termine. Poi, bastano un paio di notti senza sonno che crollo miseramente sotto al peso del mio corpo, le membra non mi reggono, e con esse vacilla la volontà.
Leggo articoli su come diventare una persona colta, e giù appunti di letture da intraprendere nei prossimi mesi, anni, decenni.
Mi sorprendo a non sapere i nomi di alcune capitali europee; il senso di vergogna è seguito da un piano per colmare questa ignominiosa lacuna, e via con partite di Nomi-Città-Cose-Animali in cui coinvolgo volenti o nolenti amici, parenti e compagni di Croce Bianca.
Un video dice che per migliorare le connessioni cerebrali, diventare più intelligenti e sconfiggere il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer è necessario camminare ogni giorno? Immediatamente elaboro una tabella settimanale di allenamento ginnico che neanche Mennea.
Comincio subito, chiamo a raccolta i muscoli della volontà, marcio, mi gaso, gongolo dei miei piccoli, silenziosi successi, mi proietto nel futuro come atleta di Triathlon.
Poi arrivano i momenti difficili, quelli in cui sono stanca, demotivata, scoraggiata. Il diavoletto sulla spalla sinistra dà contro all’angioletto sulla spalla destra.
Salto una camminata, metto via il libro, mangio due cioccopanne in un giorno.
Ripenso alla frase di Daniele: “Il santo è un peccatore che si è rialzato molte volte”. Mi faccio coraggio e riparto.
Sono convinta che scrivere mi faccia diventare una persona migliore.
Mi aiuta a mettere a fuoco chi sono, cosa voglio, chi voglio diventare.
E’ un tempo per riflettere, per proiettare all’esterno, per rendersi pubblici.
Ho sempre bisogno di ispirazione, di guardare ai grandi, o anche ai piccoli scrittori che ho vicino, compagne di scrittura che come me sfidano ogni giorno che sorge, perché la vita è difficile e ognuno ha le sue personali battaglie da combattere.
Ho bisogno di pensare che posso farcela, che qualcuno può trarre ispirazione da me come io da loro. Questo mi dà il senso del non essere vano.
Scrivere mi aiuta a organizzare le idee nel cervello, come mettere in ordine i cassetti della credenza a inizio anno.
Mi aiuta a decidere quali pensieri tenere e quali buttare via, per far posto a pensieri più degni e più belli. Perché in fondo siamo la somma dei nostri pensieri e delle nostre azioni, e se sostituiamo ciò che è brutto con qualcosa di migliore, alla fine potrà solo venirne fuori del buono, no?