Chi siamo Forum CHI SONO IO? Mi chiamo Sonia e…

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    Oldgamine
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      Sono una giovane moglie di ventotto anni, soddisfatta dell’impiego presso un’Agenzia di Moda qui in centro città dove ho la grande fortuna di risiedere. Mio marito, Charles, dieci anni più di me, occupa un posto di tutta responsabilità nella nuova Azienda fondata con il fratello e socio Ivan. Devo alla sua frenetica attività, che lo impegna e lo strema, se ormai ci incontriamo saltuariamente e in orari insoliti per una coppia di sposini: a notte fonda quando rientra da un ennesimo viaggio – e sempre mi trova sveglia e felice di riabbracciarlo – o al mattino presto per la colazione prima che, afferrata in tutta fretta la valigia, si diriga verso l’aereoporto. Troppo spesso è costretto a vivere lontano da me e a dormire in anonimi alberghi sparsi per il mondo.

      Da un paio di settimane ridotta al ruolo di comparsa, ai suoi occhi mi sento “scomparsa”: esisto ma non vivo. Certo, vado fiera del suo successo, ne apprezzo i vantaggi economici ma vorrei trascorressimo più tempo insieme, sentirmi desiderata, condividere progetti, anche quello che più mi sta a cuore: avere un figlio. Circa due mesi orsono, l’ultima volta che con serenità sono riuscita ad affrontare questo argomento, lui ha detto: “Non se ne parla per almeno un altro paio di anni.” Io, un po’ codarda e troppo arrendevole, in nome dell’amore che a lui mi lega ho scelto di non insistere.

      Oggi, 18 gennaio 2020, gli orologi della mia vita si sono fermati e il mio cuore con essi. E’ accaduto tutto talmente inaspettatamente che non so da quale parte iniziare a raccontare.

      Questa mattina nel mio Ufficio, cosa che accade tutti i giorni per la selezione e la scelta di nuovi piccoli indossatori e/o modelle, ho ricevuto una mamma e la sua bambina, provenienti da una città lontana, per la realizzazione di un importante servizio “Moda Bimbi Primavera”; servizio che verrà poi pubblicato da una prestigiosa rivista. Giada, graziosissima creatura di cinque anni, lunghi capelli colore del grano, occhi verdi vivaci luminosi, educata e dolcissima, fossette alle guance che ne valorizzavano i grandi sorrisi, mi inviava accativanti segnali che andavano squagliando il mio cuore. Fidandomi delle mie sensazioni ho stilato un’ottima valutazione e dato il mio benestare per le prime prove.

      Nei confronti della madre, così diversa dalla figlia, nutrivo poca simpatia: donna strana, elegantissima, non più giovane, capelli neri cortissimi con frangetta, naso importante, sguardo tagliente e postura rigida. Mi ha degnata di un sorriso una sola volta quando le ho detto: “Per me la bambina è perfetta; adesso dobbiamo presentarla al fotografo cui spetta la decisione finale. Venite con me.“

      Mentre ci incamminavamo verso la luminosa sala di posa del collega Luca, saltellandomi accanto come un folletto divertito, al fine di catturare la mia attenzione, Giada chiedeva curiosa: “Tu lo conosci il mio papà?” “No, tesoro” ho risposto carezzandole la nuca. Allora si è fermata e rivolgendosi alla madre: “Mamma, mamma voglio fargli vedere il papà. Dai, per favore, faglielo vedere.” A quel punto la signora mi consentiva di osservare sul proprio cellulare la fotografia di un bel papà a cui la bimba somigliava come una goccia d’acqua e, con superbo orgoglio, lo presentava come “suo marito”.

      Suo Marito??? Suo??? Quello era Charles! è MIO MARITO!

      Se non sono morta in quel momento forse morirò questa notte; ho deciso infatti di sopprimere il mio consorte al suo rientro da un “fantomatico viaggio di lavoro a Shanghai”. Come farò? Non lo so. Con calma penso.

      Devo riuscire ad attrezzarmi al meglio: ho soltanto bisogno del nostro lungo affilatissimo coltello nuovo dal manico rosso, ideale per affettare la carne (ricordate che la notte resto sempre destissima?) e in seconda battuta (qualora dovessi miseramente fallire al primo tentativo) di una confezione extra large di veleno per topi da servirgli come prima colazione domani.

      Fidatevi: ce la farò.

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