Eccolo qui, accanto a me. Lucido e liscio, nuovo di pacca. È bello ed elegante, sembra fissarmi beffardo mentre si pavoneggia.
Con spavalda indifferenza ticcheggia senza fretta. Il tac che segue al tic, monotono e pedante, come a spiegare che lui ha capito tutto.
Sono pronta a giurarlo, ha strizzato l’occhietto malizioso intanto che esclamava: «Sveglia Valeria che il tempo scorre!». Maledetto orologio.