Motivi per uccidere quel bastardo di Carducci? Certo che ne avevo!
Ma procedendo con gli interrogatori, signor ispettore, si renderà ben conto che tutti avevamo un motivo. Carducci era davvero un gran bastardo.
Prenda me, per esempio, ho 26 anni e faccio il lavapiatti nonostante una laurea in economia aziendale e provenga da una famiglia di nobili spagnoli. Decaduti, d’accordo, ma pur sempre nobili.
Avevo una sorella, Dulcinea, la luce dei miei occhi. Lola era bella, con i capelli neri che le danzavano attorno al viso e gli occhi grandi e luminosi. Decise di venire in Italia per conoscere un altro pezzo di mondo e vivere nuove avventure.
Amava la vita, Lola, e la buona cucina. Si innamorò di Carducci e del suo ristorante. Quante volte lui le promise che avrebbe lasciato la moglie? Una classica, squallida storia che si ripete con il classico, squallido finale: lei si spense a poco a poco e alla fine si tolse la vita.
Ecco perché ero venuto a fare il lavapiatti: cercavo un modo per avvicinarmi a Carducci e fargliela pagare. E lui lo sapeva bene, sapeva chi io fossi ma si divertiva a giocare al gatto e al topo con me. Quando mi aveva fatto il colloquio, al quale mi ero presentato per la posizione di manager, lui mi aveva invece proposto quella di lavapiatti. E come rideva di gusto, il bastardo.
Lo odiavo con tutto me stesso. Cercavo il momento giusto per ucciderlo, è vero, ma qualcuno mi ha preceduto.