Chi siamo Forum SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO COMMENTO AL COMPONIMENTO DI MONTALE

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    Oldgamine
    Moderatore

      Come se si trattasse del mattino di una giornata qualunque, il componimento ha inizio con lo sguardo rivolto alla caducità della vita che provoca un male di vivere, una dolorosa amarezza, alla quale pare non si possa porre rimedio; e un senso di impotenza, di distacco, di rassegnazione che rendono l’Autore triste e malinconico.
      Poi, nel corso del pomeriggio, nel tentativo di provare a uscire dalla sofferenza, Egli passa ad osservare il mondo cercando qualcosa che dia sollievo, che sia vivo e duraturo. Invece, i suoi occhi incontrano: una statua che si erge nell’impassibilità, una nuvola che rivela intangibilità ed un falco, inafferabile, che gode la libertà di volare alto e lontano.
      Le vivide immagini proposte riguardano tutti gli aspetti della realtà umana di ognuno di noi.
      Dal mio punto di vista, Montale ci mostra questi aspetti con uno sguardo troppo disincantato e con una scelta di parole crude che manifestano un costante, inguaribile?, disagio. Nonostante, forse, Egli sia alla ricerca di magnificare ed elevare il proprio pensiero, non riesce mai nell’intento di opporre il bene al male di vivere; quale migliore via d’uscita allora se non quella di optare per “una divina Indifferenza”?

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