E’ quasi sera;
le ombre delle fronde agitate si allungano dal giardino, entrano in camera , fino a scontrarsi con il muro , fino a macchiare la tela che mi sgomenta per il suo vuoto.
Una leggera brezza scuote le tende che danzano gonfiandosi e sgonfiandosi ad un ritmo mutevole ma armonico al tempo stesso.
Marito socchiude la porta cosi io, voltandomi lentamente sussurro
-Ti prego ,non accendere la luce-
-Hei, tutto bene?- fa lui di rimando
-Si, si,- mi affretto a rispondere – E’ che stavo osservando i ricami creati dai rami del salice qui, sulla parete. Un meraviglioso quadro in movimento, grigi irripetibili-
Abbasso lo sguardo.
Dondolo un piede in cerca di invisibili nemici da scalciare
-Inoltre, – continuo con voce un po’ incerta – la penombra mi veste meglio, leviga un poco le rotondità –
Non vedo bene il viso di Marito ma immagino suoi occhi alzarsi al soffitto.
-OK- dice – se te la porti dietro, la penombra, e mi raggiungi in cucina, assaggiamo il prosecco appena stappato .. – Che pure quello –chiosa Marito con un guizzo partenopeo – dona alle tue rotondità .
Rido tra gola e naso … alzo la testa e mi viene in mente un recente brano :
Contengo tracce di glutine
Un po’ barocca ed un po’ emiliana
Sono falsa e borghese
Sincera come il vino di paese
Sono amore e guerra
Sono suoni e terra
Sono rossa come il sangue
E verde come menta
Tanto ancora e alcuni centimetri da fumare
Tutto questo e molto altro da imparare.