11 Settembre

Paralizzata, incredula,
spaventata, stordita

davanti alle immagini
dell’attacco all’America

Fragile, insicura brucio gli occhi
tra quelle fiamme

Piango su quei corpi, impreco
sul nemico invisibile

Scolpito dentro un dolore fulmineo
straziante, indelebile

Ridotta a brandelli l’anima patisce
sgomento e paura

riaffiorerà insicura, frastornata,
debolissima

Pochi minuti dissolvono pace e
prosperità nella polvere

densa di suoni, grida e suppliche
Rossa di sangue








DI CHI?

Poesia di chi sei?
Non mia né di altri
che ti desiderano

Affascini il mio cuore
che più si innamora
Eppure lui sa!

Sa che tu vieni e vai
Lo prendi lo streghi
Lo costringi lo abbandoni

Lo riprendi quando vuoi
Lo seduci un’altra volta
Se ti afferra ti allontani

Ecco che poi ritorni
Ancora Senza preavviso
Adesso sei qui, con me

Possiedi le mie mani
e non mi appartieni
Poesia di chi sei?






Fotogrammi in filigrana

Fotogrammi luminosi giocavano
sul tuo profilo attraente e rilassato
mentre ti guardavo tu dormivi
Poi tutto si faceva più opaco

Con sorprendente Poesia ti osservavo
con tenerezza, dissolvenza del vero,
scoprivo il volto tuo in primissimo piano
più fragile e sincero

Questa storia, pensavo, é nata proprio
per conquistarmi; mi piace, mi scalda, mi dona
sa legare i sogni, il presente, i ricordi.
Uno ad uno in filigrana





IL MIO AMANTE

Il mio amante ha la fragranza di un biscotto appena sfornato. Mi inebrio della sua pelle di seta, il suo abbraccio mi avvolge in una nuvola di cacao. Scendo negli abissi attraverso i suoi occhi di carbone, i suoi denti aguzzi di cucciolo gli illuminano il viso. Gli sto insegnando a sorridere.

Labbra fatte per baci voluttuosi come non ne ho avuti mai e muscoli come anguille che risvegliano emozioni sepolte nel mio cervello preistorico.

Non è un musicista, non è un creativo, non è un accademico, eppure mi ha catturato. Ė un interessante ambasciatore di un altro mondo che mai avrei pensato mi sarebbe stato dato un giorno di conoscere.

Ogni tanto non ci capiamo, ci incartiamo, ci scontriamo perché in quest’era fatta di messaggi virtuali le parole non sempre sono sufficienti. Servono sguardi, mani, ore passate insieme, fili d’argento tesi da ombelico a ombelico a collegare anime affini.

Il tempo insieme è un ruscello che scorre impetuoso, il nostro rapporto ha carattere torrentizio.

Mimose 2019

Con il tempo
Con il tempo imparerò
a tenere sigillate le orecchie del cuore
e a non più ascoltare il dolore,
voce di donna che mi assorda:
dall’interno di un ascensore
dalle scale mobili della metropolitana
dalla toilette di una discoteca
dal sedile di un’auto nel bosco
dal salotto buono di casa
dalle pagine di un giornale
dallo speaker del telegiornale
locale, regionale, nazionale.
Con il tempo imparerò
Con il tempo


Anche se avessi il tempo
oggi poco mi importa
le lacrime non le trattengo
il mio essere più non sopporta
sapere di un’altra violenza
e mi sgorga una preghiera spontanea
per te giovane incolpevole ragazza,
per quelle venute prima di te,
per noi tutte, da sempre e per sempre.


Anche se avessi del tempo
mi domando dove potrei cercare,
in quale luogo inesistente
potrei incontrare un Buon Dio
che mi sappia spiegare
perché ci dobbiamo piegare
al volere di un feroce animale
che non è fatto a nostra immagine
tanto meno a Sua somiglianza.
Sebbene lo abbiamo sbocciato alla vita
con tenerezza e con gioia infinita,
troppo volte “ne abbiamo abbastanza”
e anche oggi non mantengo la distanza
VOGLIO urlare la mia ripugnanza.


NON C’E’ PIU’ TEMPO…
è in arrivo un’altra ambulanza


Blù

Di nuovo quasi primavera

fastidiosa già di insetti

e stridere di rondini

chi le canta romantiche

ha in cuore solo un verso di monotonia

stridente

filtrante da quelle loro

tane sospese

tradite

dalla sporca peluria

affaticate

da involontaria costanza

un frullo rapido

un uovo

una paglia

un verme

Un viaggio da stormo rassegnato.

Quale amore vuoi? (“Coperta” d’albergo)

Quale amore vuoi?

            Un volo tra le stelle

Un tuffo nella fantasia

La sua pelle un po’ ribelle

Solo una sveltina e via

Quale amore vuoi?

            Un uragano di parole

                Un mare sotto il sole

                Un vecchio sogno coccolato

                Un fiore già sbocciato

Quale amore Vuoi?

                Un prato di periferia

                La sua bocca frenesia

                Un castello di bugie

                Una giostra di allegrie

Quale amore vuoi?

            La tua amante di domani

                Un nido caldo per il tuo uccello

                Il tocco magico delle sue mani

                Un ricordo violento e bello            

Quale amore vuoi?

            Una terra un po’ straniera

                Il suo scalpo per bandiera

                Un rimorso che ti renda migliore

                Uno sfogo al tuo lato peggiore

Quale amore vuoi?

                Dai, non avere esitazioni

                Sì, accetta ordinazioni

                Coraggio, non è un miraggio

                E’ lei la tua fata di passaggio

Una brutta poesia di Natale

UNA BRUTTA POESIA DI NATALE
di Benedetta Murachelli – dal libro “Tra fuorvianti brezze”

Che bello

che viene Natale
che spolvera tutti i giorni dell’anno
che è nascita di tanti bambini Gesù
che cresceranno sereni,
di molti altri bambini
che moriranno di fame,
con i chiodi della croce di Cristo
piantati in alveoli creati per bianchi dentini,
che noi tutti vorremmo essere più buoni
ma che sorpasseremo frettolosi
il solito o la solita clochard
accovacciata davanti alla porta del
supermercato
con la supplica negli occhi e nel bicchiere la
speranza,
che saltelleremo intorno ai finti abeti
addobbati,
che sazi ci addormenteremo davanti alla TV
sul solito caldo e accogliente divano
trascinando vittoriosi nei sogni i babau delle crisi.-
Domani,
sì, dal 26  dicembre tutto cambierà,
tutto cambierà come mai,
come mai.

I Gatti ed io

I GATTI ED IO
(Alle 4,15 del buio)
Elvira Breviglieri

Perché non tacete
gatti del cortile
nella notte pervasa
da quest’insonnia sottile?

Perché miagolate
gatti abbandonati
nelle lune vecchie
di sogni maltrattati?

Perché piangete
gatti testardi
nelle ore umide
di pendoli infingardi?

Perché vi disperate
gatti solitari
nella penosa libertà
di palpiti amari?

Perché v’azzuffate
gatti nemici
nel sentimento misto
di attimi felici?

Perché, perché non vi zittite
gatti in calore
nella carezza viva
di un probabile amore?

La Bayadère

La Bayadère – Benedetta Murachelli

E dopo il 10 arriva l’11
ed è un obbligo stamani Signore svolare lo spazio con
la tua serpeggiante S maiuscola, c’hai sbriciolato dentro
e sopra la testa scintille d’arte di musica di poesia di gesti,
di sfide alla tua smisurata onniscienza:
Generoso e (forse distratto) hai sciolto l’avarizia gocciolando
sfarzo e pietas sulla corteccia di cuori irriverenti.

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