Impugni le spade nel buio della notte e con abilità intrecci affilati colpi d’acciaio, stendendo filo spinato lungo le mie spalle.
Solchi l’anima con braci incandescenti.
Subdola nemica, ti presenti senza preavviso.
Spero che te ne vada via, ospite indesiderata, invadente…
Mi arrendo a un dolore prepotente, sordo, cupo come le notti insonni che offuscano la mia mente.
Tra le coltri infuocate mi rigiro sfinita, con la speranza di assopirmi, almeno per pochi attimi cullata dalle onde del mare, sognando quella leggerezza che non mi appartiene più.
Voglio tornare alla quotidianità dimenticata.
Non pretendo di sconfiggerti, so che perderei la battaglia.
Ti subisco, ma intendo denunciarti a un mondo che rifiuta di vederti.
Per quanto tempo ancora verrai ignorata, maledetta fibromialgia?