Laura vendeva frutta e verdura a poco prezzo con un traballante banco al mercato di piazza Vittoria, tutte le mattine se il tempo era bello. Ma a Roma il tempo è quasi sempre bello e lei arrivava prestissimo infagottata in un giaccone.
Era un donna piuttosto alta, grassa , con le gambe corte e gonfie nelle solite ciabatte e indossava sempre un grembiulone scuro che le girava intorno alla pancia sporgente. Nella tasca metteva i soldi incassati. Ai capelli teneva molto, erano sempre in ordine, corti con bei riccioli morbidi, sempre tinti di un biondo color banana che rovinava tutto.
Era una vera popolana, nata a Roma in borgata e aveva ereditato quel semplice banco dal padre ; poi negli anni suo marito Roberto si occupò degli acquisti della merce. Fortuna che almeno quello lo faceva, perchè di altro faceva poco Un lavoro non lo trovò mai; passò dal pugilato alle corse in bicicletta, dal cantare allo scrivere testi di canzoni, per finire come pittore , artista incompreso sempre!
Laura non aveva mai frequentato la scuola, era analfabeta ma sapeva far di conto meglio di tutti, sul lavoro non sbagliava mai anche se doveva far pagare 850 grammi o un chilo e 150 grammi di merce.
Stavo seduta al banco di fiori di una mia zia : la vedevo mangiare la sua frutta e verdura per tutta la mattina e, più tardi cominciava a mangiucchiare pezzi della carta dove avvolgeva la merce, oppure pezzi di quotidiano. Inorridivo, ma lei non ti guardava mai diritta in faccia, ti squadrava con la testa chinata in basso e gli occhi piccoli che si sollevavano.
Mi sono ricordata di lei leggendo il libro ” L’analfabeta che sapeva contare” di J.Jonasson