Cento anni fa si sposò Elisa.
Era una pallida e bella sedicenne, con una folta chioma rossa tutta a riccioli e sposò per amore Antonino quasi trentenne, moro , occhi azzurri, impiegato in un Ministero a Roma e …affascinante traditore seriale.
Elisa se ne accorse subito, ma lo amava molto, si amarono comunque e per sempre, ebbero figli e figlie , tanti nipoti ma se penso al loro matrimonio mi sembra una gabbia piena di conformismo e di poco rispetto.
Ho voluto molto bene a questa mia nonna lontana, da piccola le scrivevo letterine una volta al mese, ma mio nonno lo adoravo, simpatico, gentile,chiacchierone. Una volta l’anno i nonni venivano in treno a Milano a trovarci e ci portavano tanti regali graditi; eravamo quattro bambini e soldi non ne avanzavano mai.
Alla sera quando i grandi parlavano a bassa voce io ascoltavo curiosa e ricordo la nonna che si lamentava delle scappatelle del nonno, così le chiamava; più tardi sola con mia mamma raccontava di quando lo seguiva e lo vedeva con altre donne ed altri figli… Dopo i giorni più burrascosi il nonno tornava con un gioiellino e dei fiori e tutto finiva lì. -” Questa è la sua famiglia e io sono sua moglie”- Così terminavano sempre i suoi sfoghi.
In estate da adolescente trascorrevo due settimane da loro e la nonna cucinava pollo e peperoni o le mammole che sono i carciofi tondi, e il suo ciambellone con tante uova sbattute. Alla fine degli anni sessanta nelle borgate romane c’erano distese di povere baracche e tanta povertà eppure con la nonna tutta ingioiellata attraversavo Roma ogni giorno in autobus per andare a trovare le zie: poi andavamo tutte al bar a fare colazione e chiacchierare . A casa non avevo queste abitudini.
Poi nonno morì in fretta e vidi i cambiamenti nella vita di mia nonna.
Acquistò una certa sicurezza personale, non fece mai commenti negativi sul nonno ,solo a volte ricordava quanto lui fosse gentile,generoso. Capì che avrebbe meritato più rispetto,aiutata dalle sue figlie. Ma ormai…
Poi accadde che i tanti gioielli ,pian piano, finirono al Monte di Pietà e non vennero più riscattati.
Dopo poco la sua mente cominciò a vivere in un eterno presente fatto di cura personale e passeggiate, non parlò più del marito e anche di noi nipoti non ricordava che fossimo tutte sposate e con figli.
Non ho mai capito che male l’avesse colpita, morì anziana e serena; la ricordo sempre curata, ben vestita, profumata, la di Cera di Cupra sul viso e sulle mani e il rossetto rosso sulle labbra sottili, le stesse labbra sottili che hanno ereditato i suoi figli maschi.
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