Quanti passi

Quanti passi

Mi sembra ieri che sono partita

carica di dubbi che son già certezze

di silenzi frantumati nel fragore dei vetri.

Un fagotto sulle spalle

per non sentire il peso dei giorni

troppo uguali

e fino all’uscio le urla di mia madre

” Ti perderai.”

Ho camminato passi persi

in spazi di illusioni,

contro me stessa vigili,

attenti sull’orlo dei baratri.

Passi nudi mescolati alla terra:

germogli ancorati a tenaci radici.

Passi folli sospinti dal tumulto del cuore:

danze nuove instabili equilibri.

Ora pesa sempre più questo fagotto

fatto liso dal dolore che consuma

ognuno dentro,

mentre un passo dopo l’altro spontaneamente avanzo.

Perchè io do che al di la c’è un oltre.

Il mio oltre mi attende.

Antonella Rando

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