Archivia 16 Novembre 2022

Combattere la nostra povertà d’amore

“La più grande povertà da combattere è la nostra povertà d’amore” Papa Francesco

Viviamo in un mondo povero d’amore come ci dice il nostro Papa, ma perché? Non voglio guardare “fuori” ma dentro di me e capire quanto amore sono capace di dare.
Amo tanto, tantissimo la mia famiglia e per ciascuno dei componenti, nipotine comprese, farei di tutto.
Amo i miei amici, sono affezionata ai vicini di casa e sono sempre pronta a dare una mano se qualcuno ha bisogno di aiuto.
Allora, alla luce di queste considerazioni, mi chiedo se sono una persona capace di “amore”: direi di sì, grazie a Dio!
Però se penso ai fratelli immigrati, a coloro che soffrono per le guerre o situazioni drammatiche, come li posso amare? Credo che mi sia difficile donare amore concreto a queste persone ma forse qualcosa posso fare, per esempio seguire attentamente e con partecipazione quello che succede nel mondo, dare contributi economici attraverso le numerose organizzazioni, non per far tacere la mia coscienza, ma con la consapevolezza che è doveroso rendersi presenti, per quanto e come è possibile, alla vita dei fratelli provati dalle circostanze : dilatare il cuore, accogliere tutti e dare concretezza al sogno dell’enciclica FRATELLI TUTTI, far entrare nel cuore “il mondo” nei suoi molteplici bisogni.
Se è facile dire “non posso arrivare a tutti” è altrettanto facile cominciare dal poco che si può e, per me che credo in Dio, oltre al resto, pregare perché c’è Qualcuno che interviene dove l’uomo non può arrivare……Lui chiede solo la nostra fiducia nella Sua Onnipotenza.
Grazie Francesco per questo incipit!!!

GLI ULTIMI

I miei fratelli, gli ultimi

Si sente tanto pronunciare questa parola soprattutto in questo tempo ma………chi sono gli ultimi? Forse le persone poco considerate, poco o per niente capaci di rispondere alle richieste del nostro contesto sociale perché povere, con scarsa cultura, magari senza un lavoro e di conseguenza senza una casa dignitosa.
Sento che il Signore mi chiede di rivolgere la mia attenzione proprio a loro, perché? Se guardo la vita dei santi come per esempio don Bosco, Madre Teresa, san Giuseppe Moscati, per citarne solo alcuni, sono a dir poco ammirata dalla loro dedizione proprio agli ultimi, agli “scartati”. Credo di poter dire che il carisma che accomuna questi santi è l’attenzione, l’amore ai fratelli bisognosi, agli emarginati, ai destinatari della cosiddetta CULTURA DELLO SCARTO
Signore, cambia il mio/nostro sguardo giudicante e severo per renderlo accogliente e misericordioso. Rendimi, rendici capaci di sporcarci le mani, di aprire le porte del nostro cuore per far posto ai nostri fratelli, qualunque sia la loro condizione.
Così sia

I sogni degli angeli

Di cosa sono fatti i sogni degli angeli? Me lo chiedo ogni sera, quando pigramente appoggiata alle piume dorate lascio che la mente vaghi nell’infinito, nutrita dalla brezza fresca dello svolazzar di ali.
Io che non ho più sogni da offrire mi ci avvolgo come un mendicante al suo lacero cappotto alla disperata ricerca di un minimo calore.

I sogni degli angeli sono fatti di tiepida speranza. Tendo le braccia per colmare la distanza e mi proietto in alto fino a toccarli, emanazione di uno spirito sconosciuto, zattera che ci sorregge lungo il naufragio che noi chiamiamo vita.
I sogni degli angeli sanno di pane e zucchero e lasciano nel cuore un sapore dolce che persiste all’alba.
Mi ci aggrappo ancora un po’, prima che il mattino riempia ogni angolo buio e cancelli il mistero.

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